Al Governo, nell’incontro a Palazzo Chigi con le Parti sociali, Confedilizia ha formulato tre richieste precise: 1. iniziare a ridurre la patrimoniale da 22 miliardi di euro l’anno, che grava sugli immobili sotto forma di Imu e Tasi; 2. stabilizzare la cedolare secca sugli affitti; 3. eliminare la discriminazione fiscale nei confronti delle società immobiliari.
Sono tre linee di intervento che, se realizzate, consentirebbero sia di dare respiro al settore immobiliare sia di favorire la ripresa dei consumi e il rilancio della crescita, con immediati benefici anche per l’occupazione e per la riqualificazione urbana.
La riunione ha confermato – in particolare con gli interventi di Abi e Confcommercio, oltre che dell’Ance – che l’eccessiva tassazione sul comparto immobiliare non è un problema dei proprietari, ma di tutto il Paese.