I proprietari di casa aumentano soprattutto tra i più giovani
È tornata ad aumentare la percentuale di italiani che vive in una casa di proprietà. Non solo: a trainare la crescita sono i più giovani. Tra coloro che vivono in un nucleo familiare in cui il principale percettore di reddito ha meno di 35 anni, infatti, l’incremento è stato più deciso: si è passati dal 60,2% del 2019 al 62,7% del 2021 e al 64,7% del 2023: un aumento di 4,5 punti percentuali in quattro anni. Parallelamente, nello stesso lasso di tempo è diminuita la quota di quanti vivono in locazione: dal 39,8% al 35,3%.
In precedenza, tra il 2008 e il 2019, vi era stato un graduale calo della percentuale di giovani residenti in una casa di proprietà: da valori intorno al 74% era scesa a poco più del 60%. Molti erano stati i fattori alla base di questa tendenza: la crisi economica che aveva colpito, con precarietà e disoccupazione, soprattutto ventenni e trentenni; l’introduzione nel 2011 di una tassazione punitiva sulla proprietà; alcuni cambiamenti sociali, come la crescita della mobilità e la riduzione del numero di matrimoni tra i giovani.
La crescita dei giovani dopo 12 anni di flessione
Ora, però, siamo di fronte a un’inversione di tendenza che potrebbe essere messa in relazione con la crescita dell’occupazione di cui ha beneficiato questo segmento demografico più degli altri: la percentuale di 25-34enni con un impiego è arrivata a fine 2023 al 69,2%: un dato maggiore di ben il 6,4% rispetto a quello precedente alla pandemia. Nessun’altra fascia di età ha visto progressi così positivi, considerato che in media il tasso di occupazione italiano è passato, nello stesso periodo, dal 59% al 62%. Non solo: è anche diminuito il precariato e aumentata la stabilità lavorativa, tanto è vero che la quota di dipendenti, tra i 25 e i 34 anni, con un contratto a tempo determinato o di stage, è scesa dal 29,1% al 26,4% tra il 2019 e il 2023.
Anche il reddito dei giovani è cresciuto più di quello delle altre fasce di età: tra il 2019 e il 2022 (ultimi dati disponibili) l’incremento per gli under 35 è stato del 16,6%, mentre, ad esempio, per i lavoratori nella fascia tra i 55 e i 64 anni, il segmento più benestante, l’aumento è stato molto inferiore, pari al 7%. Non a caso, per la prima volta da molto tempo, è diminuita la percentuale di persone tra i 25 e i 34 anni che vivono con i genitori, passando dal 53,1% al 50,8%.
Tali dati sono la conseguenza proprio della crescita occupazionale. Anche se i salari per i singoli nuovi assunti non hanno spesso tenuto il passo dell’inflazione, nel complesso i lavoratori sono di più e per coloro che sono passati dall’inattività o dalla disoccupazione al lavoro c’è la possibilità di consumare e investire di più.
Anche i giovani cercano la stabilità di una casa di proprietà
Investire dove? Tutti questi numeri ci dicono che i giovani, appena hanno la possibilità di spendere un po’ di più, scelgono appunto di impiegare le proprie risorse per ritagliarsi una maggiore stabilità e nulla può dare più stabilità di una casa di proprietà. Lo hanno confermato negli ultimi anni anche alcune rilevazioni di operatori del settore che hanno mostrato come la quasi totalità degli under 35 o under 30 ha l’aspirazione di comprare una propria abitazione.
Evidentemente le innumerevoli narrazioni che da tempo circolano a livello mediatico sulle nuove generazioni, viste come “nomadi” o “senza radici”, sono da ripensare. Ci è stato detto che i millennials prima e la generazione Z ora cercano la flessibilità, che hanno il desiderio di spostarsi e per questo ritengono la proprietà di una casa troppo impegnativa. Non è vero, evidentemente.
16.9.2024